Potremmo azzardarci ad affermare che il giardino di St. Timothee dia il meglio di sé in inverno? Lo chiediamo a Sarah Pajwani, proprietaria e anima di questo luogo incantato nella campagna inglese del Berkshire, appena fuori Maidenhead, cittadina a 20 minuti di treno da Londra. Uno dei giardini d’inverno dove si apprezza appieno la magia delle piante erbacee e delle graminacee.

ricoperta di brina – Foto di Marianne Majerus


All’insegna della spontaneità
Tutto ha avuto inizio 14 anni fa, quando Sarah Pajwani si trasferì qui con la famiglia, assecondando il desiderio di vivere in campagna e avere un grande giardino. Questa proprietà, realizzata negli anni Trenta e appartenuta da sempre alla stessa famiglia, parve perfetta. Il giardino, per la verità, era stato a lungo trascurato dai proprietari novantenni: non era ormai nulla di più di un grande appezzamento di terreno, con diversi alberi, alcune dépendance, sentieri malmessi che finivano nel nulla e siepi disposte senza un preciso disegno.
«Avevo bisogno di un consiglio professionale sulla disposizione degli spazi, di un progetto che ritracciasse siepi e sentieri, ma che potessimo poi realizzare noi, con calma, scegliendo in autonomia le specie e i tempi degli impianti», racconta la proprietaria. «Decidemmo così di rivolgerci ad Acres Wild, uno studio di landscape design specializzato in giardini di campagna. Mi presentai da loro con una cartelletta rigonfia di ritagli di riviste di giardinaggio e una richiesta precisa: un giardino semplice, naturale e sobrio». Il disegno proposto, apprezzato e seguito con fedeltà, ha saggiamente mantenuto tutto ciò che già era presente: alberi (salici, querce, pioppi, faggi e fruttiferi), sentieri e piccole costruzioni, così che, una volta terminato, a gennaio 2019 dopo otto anni di lavoro, il giardino pareva lì da sempre. Unica eccezione al progetto è lo stagno dalle linee curve, preferito a una più formale striscia di acqua.
Giochi di texture e accostamenti
Il risultato finale è, in effetti, uno dei più spontanei e naturali giardini d’inverno, ricco della magia di erbacee e graminacee. Anche perché, nel momento in cui si trovò a decidere quali essenze impiantare, consultando di nuovo i suoi ritagli Sarah si rese conto che in quasi tutti comparivano erbacee e graminacee. «Le trovo perfette per creare un ambiente mosso, fluido e morbido», afferma, «e ideali da sposare a sempreverdi, ma anche a rose e digitali, le più tipiche essenze dei classici cottage garden».
Il giardino è dunque un compendio di Carex, Stipa gigantea, Pennisetum macrourum, disposti anche in soluzioni creative, giocando su texture e accostamenti, come i quattro grandi esemplari di Cortaderia selloana attorno al laghetto: con i loro pennacchi piumosi che compaiono a fine estate, sono una gradevole presenza anche nei mesi invernali.
Una siepe di Calamagrostis, poi, crea un effetto di leggerezza, disegnando un arco aperto, che in autunno diventa color paglia e in inverno traccia una cortina discontinua di sottili fili ghiacciati. La sua rilassata naturalezza stempera un attiguo parterre realizzato con siepi di bosso potato con gli angoli arrotondati e sdrammatizzato dalle Perovskia mantenute in ogni aiuola anche nei mesi invernali, in modo da creare un efficace contrasto tra l’evanescenza dei loro rami imbiancati e la verde concretezza del bosso. Quando sono tagliate, alla fine di febbraio, cedono il posto ad allegre bulbose primaverili: narcisi, tulipani, Allium…

Uno stagno pieno di vita
St. Timothee è senza dubbio un interessante esempio di come erbacee e graminacee possano esibire un fascino tutto loro anche nei mesi più freddi. «Cerco di lasciarle fino alla fine di febbraio», dice Sarah Pajwani. «Ma a volte, se sono state troppo maltrattate dal vento o si sono inzuppate di pioggia, è meglio tagliarle. È così che passo l’inverno: passeggiando in giardino con le cesoie, spuntando, potando, pulendo ciò che è meglio eliminare di giorno in giorno, prima della ripresa vegetativa, aiutata da un bravo giardiniere una volta a settimana». Il suo angolo preferito? Lo stagno. Addormentato in inverno, dal la primavera è colmo di vita: anatre e anatroccoli, girini, tritoni, libellule e aironi, ospiti sempre benvenuti a St. Timothee.

Curiosità…
Apprezzabile e ricco di sorprese in ogni stagione, St. Timothee fa parte del network “The National Garden Scheme”, che organizza visite in oltre 3.500 giardini privati in Inghilterra e nel Galles. Il giardino è aperto tutto l’anno a gruppi di dieci e più persone previo appuntamento con la proprietaria Sarah Pajwani: email e numero di telefono sono riportati nel sito del network, assieme al calendario degli incontri a tema tenuti da Sarah. The National Garden Scheme.