I giardini di Capri e Ischia sono veri e propri gioielli botanici sospesi tra cielo e mare, dove la natura mediterranea si intreccia con la storia, l’arte e l’archeologia. Sono stati al centro di Coltivare il Futuro 2025, il progetto di divulgazione culturale promosso dalla Regione Campania, giunto alla sua terza edizione e dedicato quest’anno a “La ricchezza dei giardini mediterranei: la storia, il collezionismo botanico e il rapporto con il paesaggio”.
Durante le tre giornate di Coltivare il Futuro, gli splendidi giardini di Villa Arbusto hanno fatto da cornice a installazioni di testi, parole, immagini e fotografie dedicate al giardino mediterraneo – un’installazione temporanea a cura degli architetti Luca Esposito e Domenico Guida e Martina Solli e Ilaria Garzillo, paesaggiste e architette, in sinergia col dipartimento di Architettura della Federico II di Napoli. E alla presentazione del programma di Coltivare il Futuro 2025, a cura di Mariangela Catuogno, archeologa e direttrice scientifica del progetto.
I Giardini La Mortella hanno ospitato anche gli interventi di studiosi, architetti e paesaggisti italiani e internazionali, protagonisti di conversazioni dedicate ai giardini mediterranei in Europa, in Italia e nel territorio flegreo.
Questi luoghi, da sempre, attraggono artisti e amanti della natura, da William e Susana Walton, che qui trovarono ispirazione per creare un dialogo tra musica e paesaggio, fino ai numerosi architetti, paesaggisti e viaggiatori contemporanei che continuano a visitarli affascinati dalla loro bellezza mediterranea.
Ischia e Capri: quando i grandi del passato scelsero l’Italia

Le isole del golfo di Napoli hanno da sempre esercitato un fascino irresistibile su artisti, intellettuali e nobili di ogni epoca. Non è un caso che proprio qui abbiano scelto di vivere e creare i loro rifugi personalità come Luchino Visconti, che trasformò Villa La Colombaia in un’oasi liberty affacciata sul mare, o Lady Susana Walton, moglie del celebre compositore William Walton, che dedicò decenni alla creazione dei Giardini La Mortella.
Il medico svedese Axel Munthe trovò a Capri il luogo perfetto per costruire la casa dei suoi sogni, Villa San Michele, mentre l’imprenditore Angelo Rizzoli negli anni Cinquanta rivoluzionò il volto turistico di Ischia, facendo di Villa Arbusto uno dei simboli dell’isola.
Scopriamo insieme 5 fra i giardini più belli delle isole flegree.
5 giardini imperdibili di Capri e Ischia:
1. Giardini La Mortella: il capolavoro botanico di Lady Walton

Sulle alture di Zaro, nella località chiamata Le Mortelle per i cespugli di mirto (Myrtus communis) che crescevano tra le rocce, si estende uno dei giardini botanici più importanti d’Europa: La Mortella.
Progettato a partire dal 1958, il parco copre circa due ettari e ospita più di 3.000 specie di piante rare ed esotiche, provenienti da ogni parte del mondo.
La Mortella nacque dal sogno del compositore inglese Sir William Walton e di sua moglie Lady Susana, argentina di origine. I coniugi scelsero Ischia come rifugio creativo e, su quel terreno affacciato sul mare, costruirono una casa e un giardino che unissero arte, botanica e musica.
Il giardino si divide in due aree principali: la Valle e la Collina. La prima, più umida e protetta, ha un clima subtropicale e fu sviluppata con la consulenza del paesaggista Russell Page. La seconda, più esposta e panoramica, venne ideata successivamente.
Dal 2000, la dottoressa Alessandra Vinciguerra è stata il braccio destro di Lady Susana Walton, oggi è presidente della Fondazione William Walton e La Mortella e direttrice del giardino.
Tra le specie più spettacolari figurano Victoria amazonica, Strongylodon macrobotrys e Spathodea campanulata. Il percorso si snoda dai sentieri ombrosi della Valle fino alla sommità della Collina, dove si trovano il Tempio del Sole con le opere di Simon Verity, la Cascata del Coccodrillo, la Sala Tai, la Glorieta e il Teatro Greco, circondati da vegetazione mediterranea e scorci panoramici.
William e Susana Walton: musica e natura
Dopo la morte del marito, Lady Walton trasformò la proprietà in un ente culturale aperto al pubblico. Nel 2003 istituì la Fondazione William Walton e La Mortella, che ancora oggi si occupa della manutenzione, della gestione del giardino e delle attività culturali e musicali. La dimora principale ospita ancora oggi la Sala Concerti, il Museo William Walton e l’Archivio, che conserva lettere, fotografie e manoscritti del musicista. Fin dagli anni Sessanta, La Mortella è stata un punto di incontro tra artisti, musicisti e intellettuali provenienti da tutto il mondo. È ancora oggi uno dei più bei giardini tra Ischia e Capri, se non del mondo.
Negli anni, La Mortella ha ricevuto numerosi riconoscimenti: nel 2004 è stata premiata come “Il più bel parco d’Italia” da Briggs & Stratton, e nel 2012 ha ottenuto il premio per la migliore manutenzione dai Grandi Giardini Italiani.
Dal 2024, i Giardini La Mortella sono entrati nel programma “Partner Garden” della Royal Horticultural Society (RHS) del Regno Unito, diventando il primo giardino italiano a ricevere questo prestigioso riconoscimento.
Dettagli per la visita
- Apertura stagionale: dal 1° aprile al 2 novembre;
- Martedì, giovedì, sabato e domenica: dalle 9 alle 19;
- Sito: Giardini La Mortella;
- Indirizzo: Via Francesco Calise Operaio Foriano 45, Forio, NA.
2. Giardini Ravino: il regno delle succulente
Sulla costa occidentale di Ischia, con vista diretta sulla baia di Citara e sui tramonti di Forio, si estendono i Giardini Ravino, una delle più singolari realtà botaniche d’Europa. Aperti al pubblico nel 2005, occupano un’area di circa 6.000 metri quadrati e ospitano una delle collezioni di piante succulente più ricche e varie del continente.

Il capitano e la sua collezione
L’ideatore dei Giardini è il capitano Giuseppe D’Ambra, che durante i suoi viaggi per mare raccolse semi e talee di piante rare provenienti da ogni parte del mondo. Quella che era nata come una collezione privata in vaso si è trasformata, negli anni, in un giardino all’aperto di grande valore scientifico e paesaggistico.
Il terreno, esposto a ovest e mitigato dal clima marino, ha favorito l’acclimatazione di oltre cinquemila esemplari appartenenti a più di 400 specie di succulente: Echinocactus dalla forma globosa, Stenocereus geometrici e pereskie, cactus rari che conservano ancora le foglie.
Accanto ai cactus prosperano agavi, aloe, palme, zamie e Ceiba, oltre a corbezzoli, agrumi, carrubi e olivi che aggiungono un tocco mediterraneo al paesaggio.
Dettagli per la visita
- Dal 25 marzo: aperto tutti i giorni dalle 10 alle 19;
- Sito: Giardini Ravino;
- Indirizzo: Via Provinciale Panza 140b, Giardini Ravino, Forio, NA.
3. Villa Arbusto: storia e panorami mozzafiato
Costruita nel 1785 da don Carlo Acquaviva, duca d’Atri, Villa Arbusto rappresenta una delle dimore nobiliari più importanti dell’isola d’Ischia. Situata a Lacco Ameno, la villa fu visitata nel corso dell’Ottocento da re e nobili del Grand Tour, attratti dalla sua posizione privilegiata e dalla magnificenza degli spazi.

L’accesso alla dimora avviene attraverso una scenografica rampa che conduce al Casino e al giardino dalla forma rettangolare, impreziosito da una fontana semicircolare e dal Belvedere, che regala una vista straordinaria fino al Vesuvio.
Nei secoli passati la collina era già conosciuta per la sua vegetazione lussureggiante. Tra le essenze mediterranee che coprivano i dolci fianchi affacciati sul panorama di Lacco, prevaleva nettamente il corbezzolo (Arbutus), da cui l’altura prese il nome che si è tramandato fino ai nostri giorni: L’Arbusto. Le fonti settecentesche raccontano che l’intera collina era coltivata a vite, con corbezzoli e agrumi che caratterizzavano il paesaggio produttivo dell’epoca.
Nel 1952 la villa divenne residenza estiva di Angelo Rizzoli, l’imprenditore che rivoluzionò il turismo di qualità sull’isola, richiamando il jet set internazionale. Per ridare vita al parco, Rizzoli chiamò da Capri il giardiniere Alberto Cosentino, che arricchì l’impianto iniziale con piante provenienti dai cinque continenti, sfruttando il clima favorevole e la fertilità della terra vulcanica.
Un giardino botanico da cinque continenti
Il parco di Villa Arbusto è oggi un vero museo botanico a cielo aperto. Il cortile principale è ombreggiato da magnifiche magnolie grandiflora centenarie. Non mancano imponenti Ficus e una ricca collezione di oleandri dai colori più vari.
Tra le rarità australiane spiccano una Casuarina dai rami verde-grigio, la Grevillea robusta e diversi eucalipti. Dall’America meridionale proviene un’indiscutibile rarità: la Colletia cruciata, unico esemplare presente sull’isola, con i suoi caratteristici rami spinosi appiattiti e piccoli fiori bianchi dal profumo simile al latte.
Spettacolare è la Jacaranda mimosifolia per la magnificenza dei suoi fiori azzurro-violacei a grappolo. In autunno maturano i frutti zuccherini della feijoa brasiliana, mentre a maggio fioriscono gli alberi di Eritrina, noti come “alberi del corallo” per il rosso scuro dei fiori.
La flora orientale è rappresentata da lagerstroemia con fiori rosa intenso, una quarantina di rigogliose piante di ibisco, abelia, pittosporo e rose banksia. Dalla primavera all’autunno il parco è un trionfo di colori: le bignonie in fiore dominano le pergole, mentre le bougainvillee dai rossi-arancio e violetti intensi contrastano con i delicati fiori azzurri del plumbago.
Villa Arbusto oggi
Successivamente acquistata dal Comune di Lacco Ameno, Villa Arbusto ospita oggi il Museo Archeologico di Pithecusae, che custodisce il patrimonio archeologico dell’intera isola dall’epoca neolitica fino al II secolo d.C., testimonianza del primo insediamento greco sulle coste dell’Italia meridionale. Tra i reperti più preziosi spicca la celebre Coppa di Nestore, su cui è inciso un epigramma di tre versi in alfabeto euboico, considerata la prima poesia dell’Occidente con riferimenti ai testi omerici.
«Nel percorrere le sale del Museo Archeologico di Pithecusae si compie un lungo viaggio nella storia millenaria di Ischia scoperta dall’archeologo tedesco Giorgio Buchner attraverso reperti archeologici che hanno riscritto le pagine più affascinanti del fenomeno coloniale greco in Occidente», racconta Mariangela Catuogno, archeologa e direttrice scientifica del Progetto Coltivare il Futuro.
«Tanti sono i reperti che prodotti con l’argilla ischitana, materia prima che meglio di tutte esprime la natura vulcanica dell’isola d’Ischia, rivelano un uso particolare del vino legato alla ritualità del simposio e associato al rituale della sepoltura di genti greche nella necropoli di S. Montano. Il Complesso museale di Villa Arbusto dove si trova il Museo Archeologico di Pithecusae rappresenta il centro culturale più importante nella promozione della storia ischitana ed è stato inserito recentemente nel progetto Artecard voluto dalla Regione Campania con la partecipazione di Scabec, che mette a sistema i luoghi culturali più importanti dell’isola».

Il Museo Angelo Rizzoli, inserito nel giardino, racconta attraverso fotografie e documenti giornalistici il cambiamento radicale economico, architettonico e culturale vissuto dall’isola d’Ischia, in particolare da Lacco Ameno.
Dettagli per la visita
- Lunedì: dalle 9 alle 14;
- Da martedì a domenica: dalle 9 alle 19;
- Sito: Villa Arbusto;
- Indirizzo: Corso Angelo Rizzoli 194, Lacco Ameno NA.
4. Villa La Colombaia: Il rifugio isolano di Luchino Visconti
Immersa nel bosco di Zaro, a picco sul mare tra lecci, pini ed eucalipti, Villa La Colombaia è una delle residenze più affascinanti dell’isola d’Ischia. La struttura, interamente bianca e affiancata da due dépendances, si affaccia sul mare con vista sulla baia di San Montano, incorniciata dal profilo delle montagne ischitane. Il parco che la circonda conserva un aspetto naturale e selvaggio, dove la vegetazione mediterranea incontra la luce del mare.

L’incontro tra Visconti e l’isola
Luchino Visconti giunse a Ischia intorno al 1945. Nei primi anni soggiornò tra Punta Molino e gli alberghi del centro, ma presto rimase conquistato dalla natura aspra e dal fascino discreto dell’isola. Iniziò così la ricerca di una dimora stabile e, durante una delle sue passeggiate nella zona di Zaro, fu letteralmente colpito dalla bellezza di una villa bianca immersa nel bosco: La Colombaia.
La proprietà apparteneva al barone Fassini, dal quale Visconti decise di acquistarla. Affidò poi all’architetto Giorgio Pes la ristrutturazione dell’edificio, fornendo indicazioni precise: voleva uno stile liberty elegante ma sobrio, arricchito da oggetti d’antiquariato e dettagli raffinati.
La Colombaia divenne la residenza estiva del regista per il resto della sua vita. Qui Visconti amava ricevere amici, scrivere, progettare film e dedicarsi personalmente alla cura del giardino. Il legame con questo luogo fu così profondo che, dopo la sua morte, le sue ceneri furono deposte nel giardino della villa, tra gli alberi che aveva piantato e curato.
La Villa oggi
Oggi Villa La Colombaia è di proprietà del Comune di Forio, che la gestisce nell’ambito di un progetto di riqualificazione finanziato dal Ministero della Cultura.
La residenza è stata trasformata in un centro culturale che ospita mostre, convegni, rassegne e presentazioni di libri, mantenendo vivo lo spirito del suo celebre proprietario.
Dettagli per la visita
- Orario invernale dal 13 ottobre: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato e domenica dalle 9 alle 13. Ogni ultima domenica del mese aperto dalle 15 alle 19;
- Orario estivo: dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13 e dalle 15 alle 20, sabato e domenica dalle 9:30 alle 13;
- Sito: Villa La Colombaia;
- Indirizzo: Via Francesco Calise Operaio Foriano 45, Forio, NA.
5. Villa San Michele a Capri: il sogno di Axel Munthe
A pochi passi dal centro di Anacapri, il giardino di Villa San Michele è oggi uno dei luoghi più visitati e fotografati dell’isola. Dalle sue terrazze, lo sguardo spazia sul golfo di Napoli, tra cipressi, pergolati di glicine e vialetti fioriti che conducono alla celebre Sfinge, simbolo della villa.
Le aiuole ospitano piante provenienti da ogni parte del mondo. Accanto alle specie mediterranee – pini, palme e cedri – si distingue una betulla, omaggio alle origini di Axel Munthe, svedese. L’insieme ricorda un piccolo orto botanico internazionale, dove la vegetazione dialoga con l’architettura e il paesaggio circostante.
Axel Munthe, il medico che scelse Capri
Il giardino e la villa furono voluti da Axel Munthe, medico e scrittore svedese che arrivò a Capri per la prima volta a 19 anni. Durante quella visita, percorrendo i gradini della Scala Fenicia, scoprì i resti di una cappella e decise che un giorno avrebbe costruito lì la sua casa.
Nel 1895, dopo una carriera di successo e la nomina a medico personale della regina Vittoria di Svezia, Munthe acquistò il terreno dove sorgeva la cappella di San Michele, allora di proprietà del falegname Vincenzo Alberino.
Trasformò la piccola abitazione e le terrazze coltivate in una dimora ispirata all’architettura tradizionale caprese, reinterpretata con elementi delle domus romane. Collaborò con l’artista Aristide Sartorio, figura di spicco del simbolismo italiano, per la parte decorativa e architettonica.
Il risultato fu una casa luminosa, semplice e aperta al paesaggio, concepita da Munthe come “un tempio dedicato al vento e alla luce”.
La villa oggi
Oggi Villa San Michele è una Casa-Museo gestita da una fondazione svedese ed è anche sede del Consolato Onorario di Svezia a Capri. Oltre al giardino e agli arredi storici, ospita un’intensa attività culturale: mostre, concerti, conferenze e residenze artistiche che richiamano ogni anno artisti e visitatori da tutto il mondo.
Considerata uno dei luoghi più rappresentativi di Capri, Villa San Michele conserva intatta l’eredità di Axel Munthe, un uomo che trasformò un’antica cappella in un centro internazionale di arte, natura e dialogo tra culture.
Dettagli per la visita
- Dal lunedì al venerdì: dalle 9 alle 17;
- Sabato e domenica: dalle 9 alle 15,30;
- Sito: Villa San Michele;
- Indirizzo: Via Axel Munthe, 34, Anacapri NA.
