I punti di forza di questo piccolo albero sono più d’uno: una chioma irregolare, ma dalla forma equilibrata; un tronco di grande forza scultorea; giovani getti color bronzo, quasi traslucidi nella luce primaverile; fiori dai petali di fuoco, elegantemente stropicciati e, per finire, frutti che ingrossano sui rami, assumendo sfumature rosa, rosse o addirittura dorate. Il periodo ideale per l’impianto dei melograni va dal tardo autunno alla fine dell’inverno, perché le grandi gelate devono ancora arrivare e le piante sono in pieno riposo vegetativo. Scopriamo la cura e la coltivazione del melograno con i consigli di Ugo Fiorini, dell’Azienda agricola Vivai Belfiore.

Melograno tra orto e giardino
Apprezzato da sempre, oggi Punica granatum, è coltivato quasi ovunque in Italia, anche negli orti e giardini delle regioni più settentrionali, dove un tempo era d’obbligo addossarlo a un muro oppure destinarlo a un patio o a un chiostro.
Dimensioni: alberello o cespuglio deciduo, molto ramificato e spesso spinoso, raggiunge i 5-6 m di altezza.
Origine: Asia sud-occidentale; in tempi antichi si è diffuso in Anatolia e nella regione mediterranea. Appartiene alla famiglia delle Punicaceae.
Foglie: in genere opposte, sono rigide, ovali o lanceolate, di colore verde brillante.

Fiori: compaiono in estate, hanno calice rosso e carnoso e petali arricciati arancioni, raramente rosa o bianchi.
Frutti: detti balauste, sono bacche globose, con scorza coriacea, bruno-rossiccia. Hanno forma e dimensioni di una mela e contengono numerosi semi ricoperti da una polpa gelatinosa.
Cura e coltivazione del melograno
Epoca di piantagione
Se l’acqua irrigua non è un problema, la pianta acquistata in vaso può essere messa a dimora in qualsiasi periodo dell’anno, innaffiandola di più se l’operazione e fatta in primavera o estate. Gli esemplari acquistati in zolla vanno invece piantati dal tardo autunno alla fine dell’inverno.
Irrigazione
Se l’impianto è stato effettuato in autunno, ogni volta che il terreno appare secco e per tutto l’inverno, bisogna bagnare a mano sino a 4-5 cm di profondità; in primavera e in estate si irriga regolarmente con un’ala gocciolante. Nelle prime due-tre estati dopo l’impianto, va aiutato con irrigazioni di soccorso. Dopo 3-4 anni in genere le piante diventano autonome, salvo il periodo della fioritura (giugno-agosto) e nelle varietà fertili della fruttificazione (fine estate-autunno).
Concimazioni
A inizio primavera, per rinvigorire il fogliame in via di sviluppo, si somministra un concime per piante verdi a elevato contenuto di azoto, per esempio con titolo 15-10-10. In alternativa, utilizzare letame molto maturo o stallatico disidratato, in vendita nei garden center. A fine primavera, per sostenere fioritura e fruttificazione, si aggiunge al primo un concime per rose a elevato tenore di fosforo e potassio, per esempio con titolo 9-14-19.
Potatura
I melograni da frutto non hanno necessità di vere e proprie potature. Bastano semplici ripuliture dal secco dopo l’inverno e a fine estate, o tagliare qualche ramo al centro dell’arbusto per favorire il passaggio di luce e aria. Nel caso si desideri avere un albero con il tronco libero dar polloni che spuntano numerosi alla base, li si eliminerà ogni anno, tra fine inverno e inizio primavera.
Propagazione
I semi, raccolti in autunno e liberati dell’involucro colorato, vanno conservati in un luogo fresco e asciutto e seminati in primavera. I melograni si moltiplicano anche per talea semilegnosa. Durante mesi invernali si prelevano, da rami ben lignificati, talee lunghe 25-30 cm. Le si interra per almeno tre quarti della loro lunghezza in una miscela composta da torba neutra, sabbia e terriccio universale in parti uguali. Le talee vanno poi innaffiate regolarmente e tenute in ambienti con temperature superiori a 10 °C, al riparo dai venti e dalle gelate tardive Dopo due-tre anni compariranno i primi fiori.

Le loro esigenze
Clima
I melograni sopportano punte brevi di -8/-10 °C; alcuni, come Punica granatum ‘Nana’ e ‘Nana Gracilissima’ sono più delicati e al Nord vanno tenuti in vaso per essere ricoverati d’inverno.
Esposizione
Punica granatum è una pranta che più sole riceve meglio sta. Nell’Italia settentrionale va collocata preferibilmente a sud, mentre nelle regioni centro-mendionali da buoni risultati anche a est od ovest. Tollera temperature fino a 15 °C, ma per fruttificare ha bisogno di lunghe estati calde (oltre che di una varietà diversa nelle immediate vicinanze).
Terreno
Cresce bene in suoli fertili, ben drenati, di medio impasto (né troppo sciolti né troppo compatti), anche argillosi o parzialmente calcarei, non ama i terreni acidi e i ristagni d’acqua. Per via dell’apparato radicale fittonante, preferisce suoli profondi.
