Il girasole è molto più di quanto appaia: dietro la sua immagine iconica si cela un intero mondo di specie e varietà, spesso poco conosciute ma ideali per il giardino. Come gli Helianthus perenni, rustici e decorativi, perfetti per dare struttura, colore e naturalezza agli spazi verdi. Coltivare gli Helianthus è molto semplice, anche sul terrazzo di casa: scopri come farlo.
Simbolo del sole e dell’estate, l’elianto sembra da sempre appartenere al nostro paesaggio. Si tratta invece di una pianta americana, che giunse per la prima volta in Europa nella metà del Cinquecento e che, a partire dal Settecento, assunse notevole importanza agronomica, perché dai suoi semi è possibile estrarre un prezioso olio alimentare.
La sua esuberante e appariscente bellezza non è invece mai stata sufficientemente apprezzata ed è davvero un peccato, soprattutto considerando che, oltre al classico girasole (Helianthus annuus), il gigante giallo-oro dal cuore scuro, ne esistono molte altre specie, ibridi e varietà interessanti, grandi e piccoli, a fiori semplici, semi doppi o doppi.
Rustici, robusti e frugali, fioriscono per tutta l’estate, fino ai primi freddi, crescendo rapidamente. Considerando le loro altezze, che perlopiù oscillano tra i 120 e i 250 cm, anche se ne esistono di taglia inferiore, sono perfetti per nascondere angoli o strutture poco gradevoli, o per delimitare uno spazio, mascherare reti o muretti di confine, ma anche per fare da sfondo nelle bordure.

Specie e varietà di Helianthus più adatti al giardino
Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, il genere Helianthus (che comprende il noto girasole) conta una settantina di specie erbacee, annuali o perenni di girasole. Alcune hanno radici rizomatose, altre tuberose, come il topinambur (H. tuberosus). I capolini, amati dalle api, sono costituiti da un disco di minuti fiori fertili che diventeranno semi. Tubiformi, giallo chiaro, marroni o neri, sono circondati da una corona di ligule sterili, solita mente gialle, ma anche arancioni o bruno-rossastre.
Fatta eccezione per Helianthus annuus, impossibile da non citare, ci concentreremo soprattutto su specie e varietà perenni. «Secondo me sono le più adatte al giardino», dice Pier Luigi Priola, che nel suo vivaio alle porte di Treviso ne coltiva una decina tra specie e varietà, «perché una volta messe a dimora non ci si deve più preoccupare di nulla, se non di fornire sostegni e di tagliarli a livello del ter reno a fine estate».
Si può provare a coltivare H. ‘Lemon Queen’, varietà che sfiora i due metri, dai luminosi capolini giallo limone; o H. ‘Helios’, con petali ligulati stretti e appuntiti come i raggi del sole disegnato dai bambini. «Il mio preferito è H. x multiflorus ‘Meteor’», dice Priola, «per la generosa produzione di capolini semplici a centro doppio, che si schiudo no sul bel fogliame verde argento, anche se la specie più insolita è H. salicifolius». Vero e proprio gigante con i suoi due me tri e più di altezza, quest’ultimo ha foglie lunghe, strette e inarcate che ricordano gli zampilli d’acqua di una fontana, ed è tardivo, fiorendo di giallo a settembre.


Gli abbinamenti ideali con gli Helianthus
Per realizzare accostamenti gradevoli bisogna avere in mente le altezze degli Helianthus, variabili dai 120 ai 250 cm, e le dimensioni dei capolini, con diametri da 8 a 25 cm. «In linea generale li abbinerei a piante con altezze analoghe e fiori altrettanto vistosi, come Leucanthe mum x superbum ‘Manhattan’, echinacee, rudbeckie ed helenium», suggerisce Priola. Interessanti gli abbinamenti con Vernonia crinita (sin. V. arkansana), perenne che sfiora i tre metri, dalle infiorescenze intensamente porpora; o con le numerose varietà di Symphyotrichum novae-angliae, dai capolini ricchi di smilzi petali portati da steli lunghi 130-160 cm.
«Per un effetto maggiormente selvaggio», conclude Pier Luigi Priola, «li accosterei a Persicaria wallichii (sin. Koenigia polystachya), dalle candide infiorescenze piumose, come pure a sanguisorbe o graminacee svettanti, come ad esempio miscanti, molinia e Panicum».



