Nel Pear Tree Cottage Garden, nel Worcestershire, uno degli alberi più antichi e rari del pianeta (Wollemia nobilis) ha prodotto per la prima volta pigne femminili con semi: un evento straordinario che potrebbe contribuire alla conservazione di questa conifera preistorica, considerata tra le specie più rare al mondo e oggi a rischio di estinzione in natura.
La storia della Wollemia nobilis
Wollemia nobilis, conosciuta anche come Wollemi pine o “albero dei dinosauri”, è un vero e proprio fossile vivente. Risale a oltre 90 milioni di anni fa, epoca in cui condivideva il pianeta con creature come i dinosauri. Si riteneva estinta fino al 1994, quando il botanico David Noble ne scoprì circa sessanta esemplari in quattro canyon segreti del Nuovo Galles del Sud, in Australia.
Wollemia nobilis è oggi classificata come criticamente minacciata nella Lista Rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). I pochi esemplari originari vivono ancora in un habitat tenuto segreto, protetti da un microclima umido e da interventi di emergenza come quello che nel 2020 salvò la popolazione residua dagli incendi che devastarono gran parte del Wollemi National Park.

Dall’Australia all’Europa: dove vedere Wollemia nobilis oggi
Wollemia nobilis fu introdotta per la prima volta in Italia in occasione della manifestazione Euroflora del 2006, svoltasi a Genova. Da quell’evento, la pianta è stata inserita in diverse collezioni botaniche:
- Giardino Botanico di Pratorondanino
- Orto Botanico dell’Università di Genova
- Parco di Villa Heleneum a Lugano
- Orto Botanico della Sapienza a Roma, dove è inclusa nell’area dedicata alle gimnosperme e ha sviluppato per la prima volta in Italia coni femminili, un risultato importante per consentirne la riproduzione e ottenere nuovi esemplari.
Altri esemplari si trovano anche in:
- Giardino di Villa della Pergola
- Orto Botanico di Napoli
- Parco Gardaland, dove la rarità e l’aspetto preistorico dell’albero affascinano anche i visitatori più giovani
Grazie alla distribuzione di talee a orti botanici e giardini pubblici nel mondo, oggi la wollemia può essere ammirata in diversi luoghi, supportando gli sforzi di conservazione della specie.

Anatomia di una conifera preistorica
La corteccia di Wollemia nobilis presenta un colore marrone scuro-rossastro, ed è coperta da tubercoli spugnosi che creano un effetto “a bolle”, tipico e facilmente riconoscibile. Le foglie, lunghe 3–8 cm e larghe 2–5 mm, sono disposte in due o quattro file appiattite lungo il ramo; le foglie sui rami fertili tendono ad essere più resistenti, mentre quelle dei giovani rami sono più strette.
Il suo ciclo riproduttivo prevede la produzione di coni maschili, penduli e cilindrici (lunghi 5–11 cm e larghi 1–2 cm), e di coni femminili, ellissoidali e ricoperti di punte, grandi circa 6–12 cm per 5–10 cm. I coni femminili impiegano circa 18–20 mesi per maturare e possono contenere oltre 300 semi alati, pronti a diffondersi tramite il vento. Un singolo cono maschile può arrivare fino a 15 cm e contenere oltre 500 scaglie pollinifere.
La specie si riproduce sia per seme che per talea: i semi germinano in circa 3–4 settimane se seminati in terriccio acido, ben drenante e mantenuto umido a temperatura di 26–28 °C, mentre le talee possono radicare con una certa efficacia.
Adattata a microclimi umidi e protetti, Wollemia nobilis sopporta temperature tra i –10 °C e i 38 °C, sopportando sia pieno sole (da adulta) che ombra moderata nei primi anni di vita. Il suo tessuto resinoso le offre anche una discreta resistenza al fuoco, un tratto fondamentale che le ha permesso di sopravvivere a lungo nascosta nei canyon australiani dove fu riscoperta.
Per saperne di più
Visita il sito di Pear Tree Cottage Garden.