Il bosco intelligente alla Biennale di Venezia

Alla XIX Biennale di Architettura di Venezia, natura e tecnologia si incontrano in un’installazione unica nel suo genere. Si chiama Building Biospheres ed è il progetto firmato dal paesaggista Bas Smets e dal neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, ospitato dal padiglione del Belgio. Un bosco intelligente e autosufficiente, capace di gestire da sé il proprio microclima grazie a sensori e intelligenza artificiale. Builgind Biospheres alla Biennale di Architettura di Venezia - Foto di Michiel De Cleene Alla Biennale natura e tecnologia dialogano Fino al 23 novembre, il pubblico della Biennale potrà immergersi in un piccolo ecosistema vegetale che racconta il futuro dell’abitare sostenibile. L’installazione si inserisce nel tema generale della mostra, "Intelligens. Natural. Artificial. Collective.", indagando il ruolo delle comunità vegetali all’interno delle architetture contemporanee. Un ecosistema vegetale nel padiglione del Belgio All’interno della sala centrale del padiglione belga è stata ricreata una foresta in miniatura, composta da oltre 200 alberi e arbusti. Tutte le specie vegetali sono di origine subtropicale, selezionate per la loro capacità di prosperare in condizioni di temperatura temperata, le stesse che garantiscono un ambiente confortevole per l’uomo. L’obiettivo del progetto è dimostrare come le comunità vegetali possano influenzare positivamente il clima degli spazi chiusi, migliorandone qualità dell’aria, temperatura e benessere generale. Come funziona il bosco intelligente? Dalla linfa al suolo: monitoraggio continuo Il cuore tecnologico di Building Biospheres è rappresentato da una rete di sensori intelligenti che monitorano in tempo reale le condizioni delle piante. Alcuni dispositivi misurano il flusso della linfa e le variazioni di diametro dei fusti, mentre altri rilevano l’umidità del suolo e i parametri ambientali. Efficienza energetica e benessere ambientale Grazie all’analisi dei dati e al supporto dell’intelligenza artificiale, il sistema attiva in automatico irrigazione, ventilazione e illuminazione. In questo modo il bosco intelligente mantiene il proprio equilibrio, riducendo il consumo energetico rispetto ai tradizionali sistemi di climatizzazione. Il progetto, sviluppato in collaborazione con la ricercatrice ecofisiologa Kathy Steppe e il software developer Dirk De Pauw presso l’Università di Gand, punta a una simbiosi tra natura e costruito, dove le piante contribuiscono a regolare il clima degli edifici. Fabbrica dell’Aria: il progetto green di Stefano Mancuso Accanto a Building Biospheres, Stefano Mancuso presenta un altro innovativo progetto alla Biennale: la Fabbrica dell’Aria, installata alle Corderie dell’Arsenale di Venezia. Realizzata insieme a PNAT, spin-off dell’Università di Firenze, questa struttura è pensata per potenziare il naturale potere filtrante delle piante, migliorando la qualità dell’aria negli spazi chiusi. Anche in questo caso, il connubio tra natura e tecnologia diventa protagonista, proponendo soluzioni concrete e sostenibili per il futuro delle nostre città. Info su biennale.org