A dicembre le piante che entrano nelle nostre case sono fiorite, compatte, perfette. Ma dietro questa bellezza si nasconde spesso una coltivazione forzata che le rende fragili. Conoscerne la natura è il primo passo per scegliere meglio — e cercare di farle sopravviverere al periodo delle Feste. Scopriamo come prendersi cura delle piante regalate a Natale per mantenerle vive ben oltre le Feste.
A Natale si donano piante perché sono simboli di vita che attraversa l’inverno. Le troviamo ovunque — sui tavoli, negli ingressi, sotto l’albero — tutte insieme, in piena fioritura, come se la stagione non esistesse. Eppure molte di loro non sono nate per stare lì, in un soggiorno riscaldato, in un vaso troppo piccolo, dopo settimane di serre, trasporti e luci artificiali. A essere onesti, bisogna dire che molte delle piante regalate a Natale sono concepite per non durare.
Non muoiono perché siamo giardinieri distratti, ma perché sono state coltivate per essere splendide per pochi giorni. Sono il risultato di un modello produttivo che privilegia l’effetto immediato: fioriture forzate, apparati radicali compressi, varietà selezionate per compattezza e colore più che per resistenza. Queste piante sono trattate come decorazioni stagionali, non come organismi destinati a una vita lunga.
Ma sono esseri viventi, e se le accogliamo in casa dovremmo almeno provare a rispettarne le esigenze. Con qualche accortezza e un po’ di conoscenza botanica, è possibile provare a salvarle
7 piante che si regalano a Natale e perché molte non sono fatte per durare
Orchidee Phalaenopsis
Le più affidabili tra i regali verdi di Natale
Le orchidee Phalaenopsis sono tra le poche piante natalizie che non tradiscono le aspettative. Originarie delle foreste tropicali, sono piante epifite: in natura vivono aggrappate ai tronchi, senza terreno, con radici aeree che assorbono umidità e luce.
Questa strategia le rende sorprendentemente adatte agli interni:
- tollerano bene il caldo domestico,
- richiedono poche annaffiature,
- soffrono molto più l’eccesso d’acqua che la siccità.
Con luce abbondante e temperature stabili possono rifiorire per anni, diventando vere piante d’appartamento, non semplici decorazioni stagionali.
Come mantenere le orchidee e farle rifiorire
Dopo la fioritura natalizia la Phalaenopsis entra in una fase di riposo vegetativo. Riducete leggermente le annaffiature, lasciando asciugare parzialmente il substrato tra un’apporto e l’altro, e mirate a un’umidità moderata ma costante. Terreno e substrato devono restare ben drenanti (ad es. corteccia di pino o fibra) per evitare marciumi radicali.

Mantenete luce abbondante e indiretta: troppo sole diretto scalda e stressa la pianta. Quando il fusto dei fiori appassisce, potete tagliarlo appena sopra un nodo per stimolare possibili nuovi getti, oppure rimuoverlo alla base se è secco.
Le Phalaenopsis apprezzano lievi variazioni termiche tra giorno e notte, soprattutto un po’ di fresco notturno, che aiuta a indurre la formazione di nuovi boccioli in futuro. Con pazienza, equilibrio nell’acqua e luce adatta, la vostra orchidea può ringraziarvi con nuove fioriture negli anni a venire.
Ciclamini: piante da freddo, non da salotto
I ciclamini più diffusi a Natale derivano da Cyclamen persicum, specie che cresce in ambienti freschi e luminosi. Nelle nostre case riscaldate entrano rapidamente in stress: la fioritura si accorcia e il tubero si indebolisce.
All’esterno, su un balcone o un davanzale riparato, possono invece continuare a fiorire fino a fine inverno. Dopo, entrano in riposo: sono piante tuberose, in estate vanno lasciate asciutte e in autunno ricompariranno le foglie.
Ben diversa è la storia dei ciclamini rustici, come Cyclamen coum, capaci di vivere in giardino per anni, fiorendo in pieno inverno sotto alberi e arbusti. Ciclamini per giardinieri, non per fare un centrotavola.

Come far durare i ciclamini
I ciclamini soffrono il caldo di casa più della sete. Dopo la fioritura, i ciclamini amano luoghi freschi e luminosi, ma non il sole diretto. Annaffiate solo quando il terreno è quasi asciutto, evitando di bagnare il centro della pianta. Rimuovete fiori appassiti e foglie ingiallite per mantenerla sana. Se li trasferite in giardino, scegliete un’aiuola ombreggiata e ben drenata, riparata dai venti freddi. Durante l’estate, il tubero resterà tranquillo: in autunno, quando spuntano nuove foglie, riprendete le annaffiature e godetevi la nuova fioritura.
Per capire dove sbagliamo davvero con i ciclamini — e come farli durare oltre le feste — trovi qui l’articolo completo con consigli pratici di coltivazione.
Azalee: non esistono azalee “da interno”

Le azalee vendute a Natale non sono piante da appartamento, ma ibridi di Rhododendron simsii, selezionati per una fioritura spettacolare e concentrata. Per arrivare così compatte e cariche di boccioli vengono coltivate in vasi piccoli, con apparati radicali sacrificati.
Richiedono aria fresca, umidità costante e terreno acido: condizioni difficili da mantenere in casa. Non stupisce che, anche con cure attente, spesso perdano foglie e vigore.
Le azalee rustiche da giardino, al contrario, sono arbusti longevi, capaci di vivere decenni in suoli acidi. Fioriscono a maggio, non a Natale!
Come far durare le azalee
Dopo la fioritura eliminate i fiori appassiti e, se necessario, rinvasate in primavera in un vaso solo leggermente più grande, usando terriccio specifico per piante acidofile.
In estate potete portarla all’aperto in posizione ombreggiata e fresca, mantenendo il terreno costantemente umido. Annaffiate con acqua non calcarea, preferibilmente piovana o filtrata.
Hippeastrum, la lezione della pazienza
L’Hippeastrum, (chiamato amarillide), fiorisce a Natale solo grazie alla forzatura. Ma, a differenza di altre piante natalizie, non è destinato a morte certa, se seguiamo alcune regole.
Con un corretto periodo di riposo, potrà rifiorire l’anno successivo. È una pianta che premia chi accetta il tempo lungo del giardinaggio e insegna che la fioritura non è un punto di arrivo, ma una tappa del ciclo vitale.
Come far durare l’amarillide
Dopo la fioritura, reciso il gambo, comincia la fase più importante:
- va trapiantato in un vaso lasciando la parte superiore del bulbo scoperta
- le foglie vanno mantenute perché il grande bulbo deve ricostituire le sue riserve.
- Va innaffiato e tenuto in un posto luminoso.

Per approfondire, l’esperto vivaista Christian Shejbal di Floriana Bulbose, spiega in un video pratico tutti i segreti di coltivazione.
Elleboro (rosa di Natale). Un fiore per l’inverno
Gli ellebori fioriscono davvero nei mesi più freddi, senza bisogno di forzature. Sono piante perenni, robuste, spesso longeve.
In vaso a Natale sono solo ospiti temporanei della casa. Il loro destino è il giardino dove, lentamente, si stabilizzano e diventano presenze fedeli. Anche in vaso su un balcone in posizione ombrosa possono durare a lungo.
Regalare un elleboro significa regalare un futuro inverno fiorito, non una decorazione effimera.

Come far durare l’elleboro
In casa resiste poco: ama l’aria fresca, la luce diffusa e il tempo lento. Dopo le feste va spostato all’esterno, in vaso o in giardino, evitando il sole diretto. È lì che smette di sopravvivere e comincia a vivere. Durante i primi mesi dopo l’impianto annaffiate con regolarità per aiutare l’apparato radicale a stabilizzarsi; una volta stabilito, l’elleboro tollera brevi periodi di siccità, ma apprezza irrigazioni profonde nelle fasi secche.
In tardo inverno o a fine stagione, rimuovete le foglie vecchie o danneggiate alla base. Fertilizzate una volta all’anno in autunno o in primavera con compost maturo o un fertilizzante bilanciato a lenta cessione per sostenere la crescita e la fioritura.
Per approfondire: come coltivare l’elleboro.
Stella di Natale (Euphorbia pulcherrima). Un simbolo fragile, non una pianta sbagliata
La stella di Natale, Euphorbia pulcherrima, è il simbolo delle feste e l’emblema del giardinaggio usa-e-getta. Le sue brattee colorate non sono fiori, ma foglie modificate. Spesso accusata di essere capricciosa, in realtà è una pianta tropicale che teme il freddo, anche per esposizioni brevi. Se perde foglie poco dopo l’acquisto, non è colpa di chi la riceve ma del trattamento a cui è stata sottoposta: in vivaio o nel trasporto è rimasta esposta al freddo troppo a lungo.
Salvarla è molto difficile. Chi vuole tentare deve ridurre gli steli a un terzo dell’altezza e mantenerla sopra i 15 °C fino alla primavera. In estate potrà stare all’aperto, all’ombra. L’acqua va dosata con parsimonia: per un vaso di 13 cm, basta l’equivalente di un flûte di champagne quando il terriccio è asciutto.
Appartiene al grande genere Euphorbia, che comprende anche piante grasse e specie rustiche longeve, come Euphorbia myrsinites o Euphorbia characias — che sono l’opposto della poinsettia: piante per la vita, non per le feste.

Come far durare la stella di Natale
La stella di Natale teme il freddo più di ogni altra cosa e va annaffiata solo quando il terriccio è asciutto, senza lasciare ristagni. Evitate condizioni troppo secche, ad esmpio vicino ai termosifoni. Dopo le feste, gli steli vanno accordiati di un terzo.
E in primavera rinvasatela in un vaso di poco più grande con terriccio di qualità e ben drenante. In estate può stare all’aperto in ombra luminosa, sempre riparata da vento e sole diretto.
Schlumbergera (cactus di Natale)
Una pianta natalizia che non ama essere trattata da cactus
Schlumbergera è una delle rare piante regalate a Natale che non nasce per ingannare. Fiorisce davvero in inverno, senza bisogno di forzature estreme, seguendo un ritmo biologico legato alla durata delle notti. Non è un cactus del deserto, ma un cactus epifita delle foreste brasiliane: vive aggrappato ai rami degli alberi, in ambienti umidi e luminosi, con temperature miti.
È proprio questa origine a spiegare molti degli errori di coltivazione. Schlumbergera non ama il sole diretto, né la siccità prolungata, né i terricci pesanti. In casa, se posizionata in un luogo luminoso ma non esposto, con annaffiature regolari e senza sbalzi termici, può vivere e rifiorire per decenni.
Come farla durare?
In primavera la Schlumbergera si rinvasa solo se il vaso è diventato troppo stretto, usando un terriccio leggero e ben drenante.
In estate sta volentieri all’aperto, purché in ombra luminosa e al riparo dal sole diretto. Va annaffiata con regolarità, senza far seccare del tutto il terriccio ma evitando ristagni.
A fine estate rientra in casa e va lasciata in un luogo fresco. Per rifiorire ha bisogno di notti lunghe e temperature più basse: una finestra senza luci artificiali funziona spesso meglio di qualsiasi concime.

Se amate le piante grasse con i fiori consultate questo elenco delle varietà più belle!