Un giardino naturale di graminacee ornamentali

Un piccolo spazio nella campagna cremonese è diventato un giardino naturale con graminacee ornamentali e piante perenni resistenti alla siccità. Uno spazio dove sperimentare, scompigliato e affascinante, ricchissimo di erbe e fiori e suggestioni Lo studio della natura e la sperimentazione continua di nuove specie e varietà sono alla base della filosofia progettuale di Roberto Benatti, paesaggista ispirato con una particolare passione per le erbacee perenni, che ama utilizzare in combinazioni inattese. Ma mai si è sentito così libero di osare nuove soluzioni come è avvenuto per la progettazione di questo giardino immerso nella campagna cremonese, relativamente piccolo (500 metri quadrati di superficie), ricchissimo di vegetazione perlopiù erbacea, spumeggiante e avvolgente. La filosofia del giardino naturale «Il proprietario è Matteo Torrisi, un giovane giardiniere che, dopo aver partecipato a un mio corso sull’uso delle piante perenni presso la Scuola Agraria del Parco di Monza, nel 2022 mi ha chiesto di occuparmi di questo suo giardino, in abbandono. Il suo desiderio era quello di trasformarlo in vera e propria “vetrina” botanica, un giardino naturale di graminacee ornamentaliche mostrasse le potenzialità delle erbacee perenni utilizzate a prateria. Doveva essere un giardino dimostrativo e sperimentale insieme: Matteo mi ha perciò lasciato la totale libertà, una grande occasione per me, che mi ha spinto a utilizzare specie che non conoscevo», spiega Benatti. Il giardino visto dall'alto - Foto di Matteo Carassale «Ci stiamo divertendo molto a osservare le reazioni delle piante scelte, ancor più perché non è stato previsto alcun impianto automatico di irrigazione: abbiamo soltanto inserito alcune bocchette alle quali attaccare la canna per intervenire con bagnature di soccorso. Tenete conto che siamo in Pianura Padana, rovente in estate, e che il giardino è tutto esposto al sole, salvo un lato, lungo e stretto, che, protetto dall’abitazione, va in ombra nel primo pomeriggio. Una bella occasione di studio per entrambi». Erbacee perenni, la base del percorso progettuale «Matteo aveva già realizzato una sorta di piazzetta pavimentata, in cui aveva collocato un gazebo in ferro battuto», prosegue Benatti. «Sono partito da lì, disegnando un percorso sinuoso che permettesse di camminare in giardino sentendosi immersi in una prateria fiorita. Le sedute tra i pennacchi dei Pennisetum - Foto di Matteo Carassale Lungo il percorso alcune anse leggere offrono sorprese e scorci diversi. Ho posizionato alcuni massi in punti strategici, perché funzionassero sia come punti focali, attirando lo sguardo sulla peculiarità delle associazioni botaniche intorno a ciascuno, sia da “fulcri di rotazione”, cioè inducessero lo sguardo a posarsi per poi leggere l’insieme. Questi grandi ciottoli sono poi riecheggiati da alcuni mirti allevati a sfera che, con il loro nitore scuro, riposano lo sguardo, si contrappongono allo scompiglio leggero delle perenni e delle graminacee, e regalano a loro volta movimento e ritmo». E conclude: «Infine, affinché tutto questo giardino naturale di graminacee ornamentali non “volasse” troppo, ho introdotto un po’ di verticalità, posizionando una decina di Cornus florida nelle varietà ‘Alba’ e forma rubra e, lungo i confini, sette Lagerstroemia indica multi-tronco».Il planting delle perenni è organizzato a matrice, dove tra Sesleria e Pennisetum sono inserite un centinaio di altre piante fra specie e varietà: achillee, Agastache, Aster, echinacee e rudbeckie, geum, Helenium, persicarie, gli incantevoli Thalictrum delavayi e Veronicastrum virginicum, le inossidabili Verbascum phoeniceum e Verbena bonariensis. Fra le graminacee, vi sono moltissimi Pennisetum orientale, grandi Miscanthus sinensis, insieme a Helianthus (H. ‘LemonQueen’), nei punti in cui occorreva nascondere la vista, e quattro Sesleria: «Oltre a Sesleria autumnalis, che uso da tempo, qui ho potuto sperimentare S. caerulea, S. heufleriana e S. nitida». Il percorso sinuoso Il lato ombroso del giardino, dove il terreno rimane più fresco, è stato pensato da Benatti come il greto di un fiume, caratterizzato da un percorso in sassi che attraversa l’intera aiuola immergendo lo spettatore nel letto asciutto di un fiume a osservare piante amanti dell’umidità. Fra cui Persicaria amplexicaulis, Thalictrum aquilegiifolium, Ligularia przewalskii, Lythrum salicaria, Rodgersia aesculifolia, l’erba Phalaris arundinacea e la deliziosa tappezzante Isotoma fluviatilis. Realizzazione pratica A realizzare il progetto è stato Matteo Torrisi: dopo aver tracciato il sentiero serpeggiante, lo ha protetto con un telo anti-infestanti, ha distribuito i massi, messo a dimora le giovani piante e ricoperto tutto il terreno con ghiaia grigia. «L’aver usato il medesimo materiale alla base delle piante e lungo la stradina è stato fondamentale per l’effetto che volevamo ottenere», spiega Matteo. «Ora che le piantine sono cresciute, hanno invaso in parte il sentiero, che è diventato più stretto. La sensazione è di totale immersione nella vegetazione e di un giardino molto, molto più grande del reale», conclude Capolini di Echinacea purpurea 'Alba' - Foto di Matteo Carassale