Il Giardino dell’Impossibile a Favignana

Impossibile, eppure esiste davvero. È il Giardino dell'Impossibile, creato sull’isola di Favignana, nelle Egadi, all’interno di antiche cave abbandonate. Suggestivo e misterioso, anche grazie alle pareti di roccia, ospita piante mediterranee. Ma non solo. Uno scorcio del giardino, da cui si intravedono un fico, agavi americane variegate e lantane gialle - Foto di Ferruccio Carassale Favignana è l’isola più grande dell’arcipelago delle Egadi, in Sicilia. Brulla e selvaggia (ma un tempo era boscosa), offre una costa stupenda, perlopiù rocciosa e frastagliata, bagnata da acque cristalline, un borgo suggestivo, splendidi vigneti a due passi dal mare e un’atmosfera rilassata d’altri tempi. Nella seconda metà dell’Ottocento vi si insediarono i Florio, ricca famiglia siciliana che diede avvio all’industria di trasformazione e commercio del tonno e fecero della piccola isola un salotto mondano, meta di illustri personaggi. Le cave abbandonate di Favignana Peculiarità di Favignana è la presenza di cave abbandonate, profonde voragini di forma squadrata che si aprono tra i campi assolati e la macchia mediterranea, ma anche accanto a gruppi di case e perfino in paese. Il sottosuolo dell’isola è infatti composto da calcarenite (tufo), una roccia sedimentaria formata prevalentemente di sabbia e gusci fossili, gialla in superficie e bianca in profondità. Di qualità eccellente, dal Seicento fino agli anni Cinquanta del secolo scorso questa pietra è stata largamente impiegata come materiale edilizio, a Favignana Palazzo Florio insegna, nel resto della Sicilia e in altre zone del Mediterraneo. Alcune di queste cave erano al coperto e vi si accedeva attraverso gallerie o grotte naturali, ma la maggior parte era a cielo aperto: si estraeva la roccia dall’alto verso il basso, scendendo via via in profondità. Una volta giunti a livello del mare, la cava veniva usata in altro modo: si buttava sul fondo un po’ di terra e vi si piantavano alberi da frutto, quali mandorli, carrubi, fichi, limoni e aranci che, protetti dal caldo estivo, dai venti invernali e dalla salsedine, vi crescevano a meraviglia. A volte si affiancava loro qualche pino e palma, la vite, il melograno e fiori da portare in casa e al cimitero, e vi si allevavano animali da cortile, come conigli, galline, un maiale. Ovviamente la cava doveva contenere un pozzo dal quale estrarre l’acqua che, anche se leggermente salmastra, serviva per cucinare, lavare e innaffiare le piante. Grazie a questo stratagemma, per molti secoli i favignanesi non hanno avuto bisogno di importare frutti e ortaggi. Le fronde di una jacaranda, due folte dracene e una leggera Russelia equisetiformis - Foto di Ferruccio Carassale Giardini ipogei e non solo Queste cave trasformate venivano e vengono ancora chiamate “giardini ipogei”: il termine “giardino” era ed è usato un po’ in tutta l’Italia meridionale per indicare terreni chiusi, coltivati a scopo produttivo più che ornamentale, come nel caso degli agrumeti. Una visione dall’alto di una delle cave - Foto di Ferruccio Carassale Fra i tanti giardini di Favignana, ce n’è però uno, nella zona settentrionale, che giardino lo è davvero, e anche molto speciale: è il Giardino dell’Impossibile, chiamato anche Giardino di Villa Margherita, un luogo intimo, raccolto e un po’ misterioso. Quattro ettari circondati da altissime pareti bianche, dove crescono cinquecento tra specie e varietà, perlopiù mediterranee, di alberi, arbusti, erbe, acquatiche, rampicanti, succulente e cicadacee. Il risultato è incredibile: percorrendone i sentieri, fra sole, ombra e piante rigogliose, si ha a tratti la sensazione di trovarsi in un antico tempio nella giungla o addirittura in un film di Indiana Jones, per via dei tagli squadrati aperti nella roccia, della successione regolare dei segni geometrici prodotti dai cavatori nel corso dei secoli, per la presenza di acqua, anfiteatri, gradini, grotte e la ricca vegetazione esotica. La fioritura giallo intenso di Lantana camara; ai suoi piedi, un esemplare di Tradescantia pallida ‘Purpurea’. - Foto di Ferruccio Carassale Agave americana ‘Variegata’ - Foto di Ferruccio Carassale Un sogno divenuto realtà A creare questo paesaggio quasi onirico è stata Maria Gabriella Campo, che, arrivata a Favignana negli anni Sessanta come giovane sposa, decise, contro il parere di tutti — da qui il nome — di trasformare in giardino le pietrose e improduttive aree agricole intorno alla casa di famiglia e in quanto rimaneva delle cave, anche in onore del padre che vi aveva lavorato in gioventù. «Durante i lavori di bonifica, iniziati nel 2001, sono emersi scorci suggestivi e le tracce dei sistemi di taglio nelle diverse epoche estrattive: le gallerie e le grotte risalenti al Sette-Ottocento e la grande area centrale a cielo aperto, tagliata con mezzi meccanici negli anni Cinquanta-Sessanta», racconta Maria Gabriella. «È stata una faticaccia! Ci siamo dovuti inoltrare tra gole, grotte e vegetazione inselvatichita, valutare attentamente i salti di quota tra una cava e l’altra e realizzare varchi e cunicoli per collegarle fra loro. Nel 2005, dopo l’aggiunta di molta terra per alzare di alcuni metri il fondo delle cave più profonde, abbiamo finalmente iniziato a mettere a dimora le piante, mediterranee ed esotiche: pini d’Aleppo, alberi da frutto, carrubi, il falso pepe, olivi, corbezzoli, jacarande, Polygala myrtifolia, Callistemon, russelie, ginestre, agavi, Dasylirion, papiri, ninfee e felci». Negli anni successivi Maria Gabriella ha ingrandito ulteriormente il giardino e vi ha inserito pergolati, muretti a secco, statue e vasi, una fontana, uno scenografico ninfeo e collezioni botaniche, fra cui quelle di ibischi, plumerie, pelargoni e ninfee. Infine, nel 2013, assieme al marito, ha deciso di aprire il giardino alle visite, convinti che la bellezza vada condivisa. Invito alla visita Il Giardino dell’Impossibile, che fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani, è aperto dal 15 aprile al 31 ottobre. Le visite, a pagamento, con il supporto di un’audioguida, si svolgono tutti i giorni, dal lunedì al sabato, in turni mattutini e pomeridiani della durata di un’ora e mezza. Gli orari cambiano a seconda del mese, è comunque consigliabile prenotare. Nel giardino si possono anche organizzare eventi e matrimoni. La tenuta include Villa Margherita, un complesso di piccole dimore indipendenti immerse nel cuore del Giardino dell’Impossibile, con una grande piscina comune, solarium, gazebo e salottini all’ombra.

Fiori, piante, orti e giardini

Un "giardino impossibile" sull'isola di Favignana