La "Versailles della Galizia": il giardino di Pazo de Oca

Un verdeggiante tesoro barocco. Siamo nel giardino di Pazo de Oca, uno dei giardini barocchi più belli della regione spagnola, celebre anche per la collezione di camelie. Soprannominato “la Versailles della Galizia”, il giardino ha subìto le stesse evoluzioni sia architettoniche sia di gusto del palazzo. La vasca che simboleggia la pace e la virtù, con una barca di pietra popolata di agrumi. Sullo sfondo, la cappella del Pazo de Oca - Foto di Matteo Carassale Casa grande, capilla, palomar y ciprés, pazo es, dice una massima galiziana. La casa grande c’è, così pure la cappella settecentesca di famiglia, la colombaia e il cipresso: la tenuta del Palazzo di Oca, a una manciata di chilometri da Santiago de Compostela, ha tutto in regola, quindi può essere considerata un pazo (palazzo). All’origine una fortezza medievale, si trasformò soprattutto nella metà del Seicento e poi di nuovo nel XVIII secolo. Saloni, arcate e il bellissimo scalone di rappresentanza appartengono da allora alla stessa famiglia. Il giardino barocco di Pazo de Oca Il giardino di 17 ettari di quello che è soprannominato “la Versailles galiziana” ha subìto le stesse evoluzioni sia architettoniche sia di gusto del palazzo. In realtà, più che di giardino, sarebbe giusto parlare di giardini al plurale, per le situazioni e gli stili diversi. Se in principio il terreno di Oca era solo un hortus conclusus con un frutteto racchiuso in terrazzamenti geometrici, è fra il 1670 e il 1733 che avvengono le sue trasformazioni più importanti, che non solo hanno creato un perfetto equilibrio tra vegetazione, acqua e pietra ma hanno immaginato un mondo assolutamente personale e unico. L’imbarcazione di pietra all’interno della vasca che simboleggia il vizio e la guerra.Al suo interno sono coltivati diversi agrumi - Foto di Matteo Carassale L’opera più notevole sono le due vasche in pietra che formano la sagoma di un galeone. Una vasca sta a rappresentare la virtù, l’altra il vizio; entrambe hanno al centro una barca in pietra carica di piante di agrumi. L’acqua, che proviene dal vicino fiume Boo, è il fil rouge di tutto il giardino poiché lo attraversa, si ritrova in fontane e fontanelle, in allegri canaletti e alimenta un lavatoio. La storia dei giardini del Pazo de Oca Alla fine del XVIII secolo la grande tenuta fu affidata a due giardinieri imparentati tra loro e di origine francese: Gil de Quoquer e José Quer (quest’ultimo creatore del Giardino Botanico Reale a Madrid), che concepirono una rete di viali, punti d’incontro e radure che uniscono estetica e funzionalità. Uno dei canali che attraversano il giardino - Foto di Matteo Carassale «Il Barocco galiziano qui a Oca», spiega Ignacio de Medina, duca di Segorbe, presidente della Fondazione Casa Ducale di Medinaceli alla quale appartiene il pazo, «crea assi e linee visive in prospettiva con particolari effetti scenografici». I viali sono disseminati di pergolati, panchine e alberi di bosso. Alcuni di questi, pluricentenari (a Oca esiste il più antico bosco di bosso d’Europa), sono alti diversi metri, altri punteggiano un giardino di obelischi, creano un teatrino di verzura, ammiccano agli angoli dei crocevia. Nell’Ottocento, François Vié, allora giardiniere del Palazzo Reale a Madrid, trasformò il giardino di Pazo de Oca in un giardino all’inglese, ma che fu chiamato “alla francese” visto che Vié era nato in terra di Francia. L’ingresso a uno dei labirinti - Foto di Matteo Carassale Vié sostituì le sobrie geometrie con linee curve e romanticismi sinuosi. Del suo intervento restano tutt’oggi un boschetto di essenze arboree esotiche a destra delle vasche e l’imponente e largo viale dei tigli, lungo duecento metri, che conduce fino al bosco di Guillufe, una foresta di querce, sugheri, castagni e sequoie, che circonda tutta la proprietà. A Pazo de Oca, sempre in quegli anni, si introdussero nuove specie vegetali - magnolie, camelie, fotinie, allori - e nel 1884, portati dall’Australia, arrivarono proprio qui e per la prima volta in Spagna gli eucalipti. Tra alberi secolari, serre storiche e labirinti verdi Esiste uno spazio di transizione, circa trenta metri adiacenti alla facciata del pazo, che serve da cerniera tra lo spazio più chiuso del cortile e quello aperto dei giardini e degli orti. Tra i quadrati di siepi basse di bosso, alcuni esemplari di grande interesse botanico per la loro vetustà: una Camellia reticulata ‘Captain Rawes’, l’esemplare più alto d’Europa con la sua chioma di 12 metri, e un sugi (Cryptomeria japonica), albero nazionale del Giappone, con più di 400 anni. Dopo un abbandono di oltre cinquant’anni, il giardino di Pazo de Oca è stato ripreso dal duca di Segorbe, paesaggista rispettoso del passato e delle varie fasi storiche attraversate dalla tenuta. È lui che ha piantato nuovi alberi esotici come il liquidambar e il Ginkgo biloba, che ha creato e ricreato anche quattro labirinti. Uno accanto alle serre centenarie, considerate tra le più antiche della Spagna. Tradizionale, con bassi parterre di bosso, è ispirato a un disegno sul pavimento della cattedrale di Canterbury, in Inghilterra. Uno piccolo con i simboli araldici della casata, uno meraviglioso di camelie bianche, rosse e rosa e un ultimo, infine, nel quale a ogni svolta c’è una sorpresa. Uno dei quattro labirinti del giardino. Le sue linee riproducono un disegno del pavimento della cattedrale di Canterbury. Su un lato, la serra - Foto di Matteo Carassale «Ho voluto celebrare alcuni dei miei eroi di quando ero bambino», sorride Ignacio de Medina. «Così ho fatto ritagliare nel bosso il gatto che penetra nello specchio di Alice nel paese delle meraviglie, il capitano di Peter Pan e il mostro di Loch Ness che attraversa tutto il percorso». Il “giardino mistico” e la magia di Oca In fondo alla tenuta, dopo aver oltrepassato l’enorme sequoia rossa della California (Sequoia sempervirens), il roseto, l’orto tradizionale e quello di erbe aromatiche, la vigna, i diversi frutteti si trova il “giardino mistico”: ulivo, cipresso e fico sono stati disposti gli uni accanto agli altri in un ordine preciso. Guardare da qui il cielo che cambia umore e le sfumature di verde del giardino sottostante, ascoltare la musica del vento e quella delle acque, salutare i grandi ramarri che vengono a curiosare attorno è davvero magico.

Fiori, piante, orti e giardini

La "Versailles della Galizia": il giardino barocco di Pazo de Oca