Di proprietà della Royal Horticultural Society (RHS), Wisley Garden, nel Surrey a sud-ovest di Londra, è il secondo giardino con ingresso a pagamento più visitato d’Inghilterra, dopo i Kew Gardens di Londra. Oltre 24 ettari di boschi, arboreti, prati, bordure, specchi d’acqua, pergolati, giardini decorativi formali e informali, orto e frutteto, collezioni botaniche, coltivazioni sperimentali, serre e laboratori.
Il giardino venne creato a partire dal 1878 da George Fergusson Wilson, uomo d’affari vittoriano membro della RHS, allo scopo di riuscire a coltivare piante ritenute difficili. Alla sua morte, nel 1902, la proprietà venne acquistata da Sir Thomas Hanbury, creatore del celebre giardino a La Mortola, sulla Riviera ligure, e in seguito donata alla RHS, che da oltre un secolo se ne occupa, continuando ad arricchirla con nuovi inserimenti:
«Oltre a far conoscere ai visitatori le innumerevoli piante originarie di luoghi lontani e le più belle varietà, Wisley vuole essere fonte di ispirazione per i loro spazi verdi», dice Hannah Dolby, addetta alle relazioni pubbliche per i giardini dell’associazione.
Tra gli ultimi interventi, il più significativo, conclusosi nel 2006, è stata la costruzione della Serra del Bicentenario, per onorare i duecento anni della RHS, che ha sostituito la struttura precedente, ormai obsoleta.

Un giardino per progettisti e appassionati
La nuova serra, di tremila metri quadrati, ospita piante dei climi tropicali, desertici e temperati, e si affaccia su un lago realizzato per l’occasione; intorno, si sviluppa un vasto anfiteatro di siepi e perenni progettato da Tom Stuart-Smith, rinomato paesaggista inglese pluridecorato al Chelsea Flower Show.
«Wisley è dunque davvero fonte di spunto e conoscenza sia per i professionisti, che ne apprezzano l’ampia scelta botanica, sia per gli appassionati, che possono trovare ispirazione per i loro giardini», prosegue Dolby.
«Il giardino Wisley è aperto tutto l’anno e il numero dei visitatori — oltre un milione — rimane pressoché invariato durante l’inverno, grazie anche alle diverse iniziative che proponiamo».

Il giardino Wisley e la zona “I Sette Acri”
L’inverno, in effetti, è davvero ricco di suggestioni a Wisley. Sia per le innumerevoli piante particolarmente decorative proprio in questa stagione sia per la dolcezza del cielo inglese. Quando l’aria è tersa e la luce filtra fra le foglie sempreverdi, i rami degli alberi, le infiorescenze ormai secche delle erbacee perenni e delle graminacee ornamentali. E fa luccicare la superficie degli specchi d’acqua presenti.

Due aree, tuttavia, si rivelano molto speciali in questo periodo: quella denominata I Sette Acri e l’anfiteatro: il giardino progettato da Tom Stuart-Smith.
Nella prima si incontrano molte specie e varietà dalla corteccia colorata, come i ciliegi Prunus serrula e Prunus rufa, la betulla Betula utilis jacquemontii, salici (tra cui Salix gracilistyla ‘Mount Aso’, dalle grosse gemme pubescenti di colore rosa) e cornioli (Cornus alba ‘Baton Rouge’, C. sanguinea ‘Magic Flame’), che si stagliano contro le chiome dei sempreverdi (Abies pinsapo ‘Glauca’, Pinus contorta ‘Chief Joseph’, P. strobus ‘Tiny Kurls’, Cupressus arizonica glabra ‘Blue Ice’, Juniperus squamata ‘Blue Carpet’, Thuja plicata ‘Whipcord’…).


A stupire, i profumi intensi degli arbusti invernali: Chimonanthus praecox ‘Luteus’, Lonicera fragrantissima, sarcococche (Sarcococca confusa, S. ruscifolia chinensis ‘Dragon Gate’), Hamamelis ed Edgeworthia, presenti in aiuole di 90 e 100 esemplari rispettivamente. E non si può che rimanere stregati dalle distese di eriche bianche (Erica x darleyensis albiflora ‘Snow Sunrise’) e bucaneve, fra cui Galanthus ‘Magnet’.
L’anfiteatro: il giardino di Tom Stuart-Smith.
Il giardino progettato da Stuart-Smith occupa un’area di due ettari, davanti alla Serra del Bicentenario e al lago circolare sul quale si affaccia quest’ultima. Racconta il paesaggista: «La forma del progetto era già lì, non potevo che assecondare la presenza del lago, creandovi intorno un anfiteatro. Invece ho pensato a lungo a ciò che potevo mostrare con le piante: ho cercato di creare qualcosa di coerente con il nuovo edificio e al tempo stesso complementare alle esistenti collezioni botaniche di Wisley».
Con la capacità che gli è propria di unire formalità di base e naturalezza della vegetazione, Stuart-Smith ha circondato il grande anfiteatro con una siepe formale di faggio (Fagus sylvatica).

Questa specie, pur non essendo sempreverde, conserva le foglie a lungo nell’inverno e anzi, il colore quasi bruciato che assumono si accorda a meraviglia con quelli delle perenni e graminacee che caratterizzano l’interno di questo giardino, chiuso ma non del tutto, perché di verse aperture nella siepe lo connettono visivamente con il resto della proprietà.
All’interno, numerosi faggi topiati in forma di cilindro riprendono il rigore della siepe. Emergono da un soffice mare di graminacee e perenni, multicolori nella bella stagione, ora nei toni del bianco, crema, bronzo e ruggine.

Una grande spirale di vegetazione
«La disposizione delle piante doveva controbilanciare la forte simmetria del lago e della serra: così ho tracciato, con la vegetazione e i sentieri di terra battuta o di erba, una serie di movimenti circolari, che si ripetono e inseguono senza fermarsi», dice il paesaggista.
«Il carattere delle piantagioni cambia all’interno dell’anfiteatro, diventando sempre più complesso e mischiato andando verso ovest, fino a culminare in due grandi aree a prateria, progettate e seminate dal professor James Hitchmough della Sheffield University».

Un aspetto straordinario di questa realizzazione è stato l’elemento tempo. «La nuova serra sarebbe stata inaugurata dalla regina in giugno, ma noi abbiamo potuto cominciare a piantare soltanto in gennaio», ricorda Stuart-Smith. «Il terreno dell’area era invaso dall’equiseto, ma non c’era il tempo per estirparlo a dovere. Infatti negli anni ha dato problemi, anche se da ultimo la RHS sta attuando una serie di interventi per debellarlo una volta per tutte». Da non perdere, inoltre, in questo periodo, la visita alla grande serra, con la sua miriade di specie esotiche, e all’orto, ricco di verdure invernali.