Senza dubbio uno degli ortaggi invernali più gustosi e ricchi di sapore, scopriamo insieme le varietà, la cura e i benefici del cavolfiore.
Proprietà nutritive del cavolfiore
Il cavolfiore esercita una funzione di riequilibrio generale dell’organismo; è infatti remineralizzante, vitaminico, antinfiammatorio e antibatterico, oltre a favorire la rigenerazione dei tessuti. È ricco di potassio, calcio, ferro, fosforo e selenio. Dà buoni apporti di acido folico e contiene gefanto, sostanza ad azione antiulcera perché protegge la mucosa dello stomaco. E inoltre annoverato nella lista degli alimenti che contribuiscono a regolare la glicemia.
Le varietà di cavolfiore
Le varietà di cavolfiore si distinguono in base all’epoca di semina o di trapianto, alla precocità, alle dimensioni e al colore dell’infiorescenza, detta “testa”.
‘Palla di neve’: una delle più classiche e diffuse varietà negli orti familiari, ha testa di colore bianco puro, molto compatta senza linee di divisione, riconoscibile anche per la presenza di foglie poco sviluppate.
‘Precoce di Jesi’: varietà riconoscibile per il colore giallastro e la forma non perfettamente sferica, ma tendente al tronco di cono; precoce, è pronta già a ottobre.
‘Fanese invernale tardivo’: varietà che richiede quasi sette mesi di coltivazione e si può raccogliere fino a primavera.
‘Space Star’: ibrido F1 vigoroso e resistente, presenta testa di colore bianco latte, pezzatura supenore al chilogrammo e abbondante sviluppo di foglie di protezione.
‘Snow Prince’: varietà versatile, adatta tanto ai climi freddi quanto a quelli caldi, produce infiorescenze bianche fra le più grandi; è adatta per i trapianti dopo l’estate.
‘Rafale’: ibrido F1 tardivo di recente introduzione, il più richiesto sul mercato, è apprezzato per il colore bianchissimo, la compattezza e il peso della testa, di circa 1,5 kg. Le foglie sono poco sviluppate e di colore chiaro.
‘Llado’: ibrido F1, è pronto al raccolto quattro mesi dopo il trapianto; presenta infiorescenze di circa 2 kg di peso, di colore bianco latte; molto foglioso.
‘Gigante di Napoli Febbrarese’: varietà con infiorescenza bianca, soda e molto grande. È la più tardiva fra le molte varietà locali che prendono il nome dalla città partenopea e, come esso suggerisce, è pronta a febbraio.

Conservazione
Il cavolfiore si conserva nel reparto frutta e verdura del frigorifero. O appeso in cantina a testa in giù protetto dalle sue foglie, si conserva per più settimane. Importante è non chiuderlo in contenitori non traspiranti perché l’umidità rovina la polpa bianca facendola divenire scura e molliccia.
La semina
Epoca di semina: in regioni con inverni miti il cavolfiore si può seminare per buona parte dell’anno. In Pianura Padana si semina all’aperto a partire da maggio.
Modalità di semina
Il cavolfiore si semina a spaglio, impiegando 1 g/m’ di seme, dopo aver affinato bene il terreno. Dopo la semina lo si compatta leggermente per eliminare eventuali sacche d’aria. Quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di circa 8 cm si procede al diradamento.
Messa a dimora delle piantine
In alternativa alla semina si può procedere alla messa a dimora di piantine acquistate che consente di recuperare circa 40 giormi del ciclo colturale e quindi di prolungare il periodo di coltivazione di questo ortaggio, specie scegliendo varietà precoci per avere raccolti rapidi. Si impiegano le pianticelle alte circa 15 cm, con cinque-sei foglie.
Avversità: le larve della cavolaia maggiore (Pieris brassicae) e quelle della cavolaia minore o rapaiola (Pieris rapas), si sviluppano ai danni delle foglie di questo ortaggio causando le caratteristiche brucature; in caso di attacco massiccio, delle foglie resteranno soltanto le nervature principali. Per controllare i loro attacchi si possono impiegare preparazioni a base di Bacillus thuringiensis.
Consociazioni
Nell’orto il cavolfiore si avvantaggia della vicinanza di rosmarino, salvia, sedano, pomodoro, lattuga e spinacio.
Le sue esigenze
Clima
Il cavolfiore va coltivato in pieno sole, preferisce un clima mite, non troppo caldo, e mostra una spiccata resistenza alle basse temperature.
Terreno
Il terreno ideale è di tipo subacido, fertile, profondo, ben drenato, senza nistagni idnci, ricco di sostanza organica.
Esigenze nutritive
Il cavolfiore è un ortaggio dalle elevate esigenze nutritive, in terreni poveri darà risultati insoddisfacenti. Eseguite perciò una vangatura profonda e interrate 3 kg/mª di letame maturo.
Esigenze idriche
Il cavolfiore soffre il ristagno e la siccità; bagnate in modo regolare per mantenere il terreno fresco.