Molto diffuso nei giardini realizzati a cavallo tra Ottocento e Novecento, oggi il caco (Diospyros kaki) è utilizzato anche come albero ornamentale. Considerato soltanto una pianta da frutto, ha dei validi punti di forza: la chioma compatta, lucida e verde scura; la fioritura aggraziata; il fogliame autunnale dalle intense sfumature; i tondi frutti color arancio che rimangono a lungo sui rami spogli. In questo articolo scopriamo come coltivare il caco, con i consigli di Carlo Pagani del Vivaio Flora 2000.

Il caco rappresenta l’albero ideale per creare zone d’ombra e angoli di relax nei giardini. Per questo motivo viene spesso utilizzato come “albero-ombra”, come “albero-rifugio” negli spazi verdi. A una condizione, però: che abbia tutt’attorno uno spazio sufficiente per crescere armoniosamente e per essere osservato con agio. DI seguito tutto ciò che c’è da sapere su come coltivare il caco.

Come utilizzarlo in giardino
Una volta assicuratagli quest’area di rispetto, il caco può diventare il protagonista dello spazio verde, rappresentando l’ideale luogo di sosta. Nei giardini di campagna, su un prato al sole, Diospyros kaki sviluppa un grande ombrello sotto il quale in estate è piacevole sostare. Nei giardini ombrosi di città, dove l’erba fa fatica a crescere, può essere invece interessante creare sotto le sue fronde una pavimentazione di beole regolari o di lessinia, un marmo rosa non lucidato, molto bello quando è bagnato, che crea un gradevole contrasto con le foglie scure dell’albero.
Diversa la situazione dei giardini a clima non particolarmente mite, situati a quote superiori ai 400-500 metri di altitudine, dove il caco necessita di una posizione riparata. In un caso del genere, si può piantare l’albero vicino a un muro ben esposto e tra questo e il caco creare uno sfondo fiorito, facendo salire su un treillage Clematis montana e Rosa banksiae, e piantando a terra Anemone japonica ‘Honorine Jobert’ e aquilegia.
Chi, infine, del caco amasse soprattutto i frutti, può ottenere una produzione abbondante piantandogli vicino un esemplare impollinatore, per esempio della varietà ‘Mercatelli’, interessante anche per la particolarità dei frutti: una volta maturi hanno le dimensioni e il sapore di un cioccolatino.
Come coltivare il caco
Esposizione e temperatura
Diospyros kaki va messo nel punto più soleggiato del giardino, è infatti un albero adatto ai climi miti, che si coltiva con successo in tutta l’area della vite, sino ai 400-500 m di altitudine. A quote superiori comincia ad avere qualche difficoltà: va quindi messo a 1-2 m da un muro che lo ripari dall’aria fredda proveniente da nord. Da giovane non tollera il freddo intenso e le gelate persistenti.
Terreno
Si adatta a qualsiasi tipo di suolo, anche se preferisce quelli di medio impasto, fertili e ben drenati.
Innaffiature
Il primo anno dopo l’impianto va bagnato moderatamente, in seguito va irrigato soltanto in caso di siccità prolungata. Per capire quando ha bisogno di acqua, basta guardare le foglie: nelle estati più calde pendono flosce dai rami.
Concimazioni
Se il terreno è povero, in febbraio bisogna eseguire una concimazione organica in copertura, distribuendo tutto attorno alla base del tronco stallatico, cornunghia o cuoio torrefatto; per un esemplare di cinque anni di età si utilizzano 500 g di prodotto. Tra aprile e maggio, se la pianta appare sofferente, si interviene, con un concime organico.
Messa a dimora del caco
Per evitare stress al momento del trapianto è preferibile acquistare piante in vaso. L’albero va messo dentro a una buca tre volte più grande della zolla. L’operazione va eseguita da novembre a febbraio al Sud d’Italia, in primavera al Nord.

Potature
A fine febbraio è sufficiente accorciare qualche ramo, quel tanto che basta a mantenere armonica la chioma.
Moltiplicazione
Il metodo più usato è l’innesto, che però, impegnativo com’è, va lasciato ai vivaisti esperti. Partendo da seme si ottengono piante che a partire dal quarto anno producono frutti, spesso però immangiabili.