Alla scoperta del giardino dell'Hotel Parco dei Principi

Creato da una principessa russa, il giardino dell’Hotel Parco dei Principi a Sorrento è un santuario per specie esotiche, con esemplari monumentali e un sottobosco di felci e convallaria. Il tempietto di Venere, neoclassico, circondato da un boschetto di palme e sette felci arboree - Foto di Matteo Carassale Di prima mattina, mentre gli ospiti dell’hotel firmato Gio Ponti dormono ancora, il curatore del parco ha già iniziato il suo giro. Due ettari e mezzo di rarità botaniche si aprono all’improvviso nel cuore di Sorrento, protetti da un cancello che nasconde un angolo di mondo ombroso e rigoglioso: quello dell’Hotel Parco dei Principi, un tempo residenza della principessa russa Elena Cortchacow. Palme, rarità esotiche e alberi monumentali Sono oltre un centinaio le palme custodite qui – Phoenix canariensis, dactylifera, reclinata; Washingtonia filifera e robusta; Cocos plumosa; Butia capitata e yatay – insieme a rarità come la Jubaea chilensis e un’Agathis robusta ultracentenaria, tra le più grandi d’Italia. Questa meraviglia vegetale è il frutto del collezionismo botanico della principessa, che a fine Ottocento riempì il giardino di specie esotiche, pappagalli e scimmie, trasformandolo in un Eden naturalistico e culturale. Un giardino storico, vivo ancora oggi Oggi gli animali non ci sono più, ma quel gioco di Wunderkammer vegetale prosegue con l’opera di Giovanni Masucci, nominato tre anni fa curatore botanico dalla proprietà per gestire, tutelare e valorizzare il parco. Anche Giovanni, 42 anni, è un viaggiatore. Dopo gli studi negli Orti botanici di Napoli e Portici e un periodo londinese, in cui ha frequentato i Kew Gardens, prima di fondare nel 2018 la sua impresa di progettazione, realizzazione e cura del verde, ha lavorato nel trasporto marittimo. E mentre gli impegni lo portavano a vivere in diversi Paesi e climi del mondo, la passione botanica lo faceva viaggiare sempre con i semi in tasca. Una storia che affonda nel tempo L’area dove sorge il Parco dei Principi alla fine del '500 apparteneva all’Ordine dei Gesuiti. Si tramanda che qui, fra orti e frutteti, un padre missionario coltivasse una pianta dalle proprietà afrodisiache, Erythroxylum coca, portata dal Perù. In omaggio a questa storia, il conte Paolo Leopoldo di Siracusa che ebbe in dono dai Borbone questi fondi requisiti alla Compagnia di Gesù, vi fece erigere — oltre alla villa — un tempietto neoclassico dedicato a Venere, dea dell’amore. Un doppio filare di Washingtonia filifera, uno dei rari scorci più formali del Parco dei Principi - Foto di Matteo Carassale Adagiato su un monticello, è uno dei punti focali del giardino, circondato da un boschetto di giovani esemplari di Cyathea australis (sin. Alsophila australis), le felci arboree che Michele Russo riproduce dalle spore. Michele, della famiglia di giardinieri che da sei generazioni si prende cura del parco, ha 90 anni e ricorda la principessa Elena, figlia dei Cortchacow a cui i Savoia, dopo l’Unità d’Italia, vendettero il fondo della villa. Un giardino in costante trasformazione «La manutenzione sapiente della famiglia Russo ha conservato il valore e il carattere del parco botanico, ma chiaramente molti alberi piantati tra fine Ottocento e la prima metà del Novecento sono arrivati al naturale fine vita», spiega Giovanni Masucci. «Altri soffrono a causa del clima notevolmente mutato degli ultimi anni e altri ancora sono stati attaccati da parassiti di recente introduzione». Felci, convallaria e clivie formano il sottobosco. Dietro le ortensie si intravede il tempietto di Venere - Foto di Matteo Carassale Masucci ha eliminato le piante non coerenti con il disegno originario e ripristinato il sottobosco fitto di Ophiopogon japonicus, un sistema vegetativo già usato dai Borbone. «Il verde orizzontale, la cui vita media è senz’altro inferiore a quella degli alberi, è in gran parte mutato rispetto alle sperimentazioni di Elena: restano per lo più clivie, ortensie e felci». Fra le felci, oggi troviamo, oltre alla capelvenere, Asplenium bulbiferum, A. nidus e A. scolopendrium, Cyrtomium falcatum, Microsorum musifolium, Nephrolepis cordifolia, Polystichum setiferum e Woodwardia radicans. Con uno sguardo al futuro, Masucci sta facendo iscrivere al registro degli alberi monumentali quattro patriarchi presenti in questo Eden affacciato sul Golfo di Napoli. La suggestiva teoria di tronchi di palme di vari generi: Washingtonia, Phoenix, Cocos - Foto di Matteo Carassale Visitare il giardino dell'Hotel Parco dei Principi L’accesso al giardino è riservato agli ospiti dell’hotel e ai clienti dei due ristoranti (uno sulla spiaggia) e del cocktail bar sulla terrazza, aperti agli esterni. Informazioni utili: Dove si trova: via Bernardino Rota 44, Sorrento (Napoli) Per in formazioni e prenotazioni visite guidate: pdo.concierge@hotelparcodeiprincipi.com Sito web: www.royalgroup.it/parcodeiprincipi/

Fiori, piante, orti e giardini

Un giardino tropicale sul golfo di Napoli

Palme, rarità esotiche e alberi monumentali